Nuove scosse di terremoto in centro Italia, neve e gelo. Altro che “migranti”, che il governo aiuti subito questi italiani!
Fa freddo, nevica, c’è il terremoto. Uno vorrebbe starsene sotto le coperte, al caldo, con gli occhi chiusi e il cervello in libera uscita, e invece no, deve sorbirsi i belati da caprone di Salvini. Salvini a cui nessuno ha chiesto niente, ma che si sente (come tanti) in dovere di farci sapere cosa ne pensa del terremoto e qual è la sua ricetta, la sua visione. E qual è? Il solito rutto populista rimodulato in forma di arringa social, asciutta e incoerente quanto basta per far colpo sui webeti e attirarsi lo sdegno di tutti gli altri, prontamente ribattezzati con un qualche -ista di facile presa (“buonista” il più gettonato).
Italiani (terremotati) vs immigrati è il perno della preposizione. Come dire mele vs muratori, BMW vs gazzosa, computer vs sterco di vacca. Pur ammettendo l’assennatezza del paragone, la malafede è doppia. Salvini esclude che tra i terremotati possano esserci dei migranti; soprattutto, fra due tragedie stabilisce il peso specifico maggiore di una delle due con il bilancino della razza. Il suo racconto è la parabola razzista degli italiani brava gente vittima di politicanti incompetenti e corrotti al soldo di Soros. E’ una vecchia storia, in cui la redenzione coincide, guarda caso, col sogno egolatrico di “Salvini presidente”.
#PrimaGliItaliani è razzismo, è fascismo. Una volta la propaganda aveva la forma spettacolare dei discorsi marziali pronunciati davanti piazze gremite. Oggi gli aspiranti ducetti affidano i deliri onanistici allo spazio striminzito di un tweet. Come a dire: manco lo sforzo di chissà che coreografia valete, bastano due righe, uno slogan, un hashtag, toh, mangiate. Dalle perle ai porci alle balle ai porci.
I danni di questo cinismo sono incalcolabili, ci faremo i conti molto prima di quanto non immaginiamo.
Ma io a tutto questo non ci volevo pensare, volevo solo starmene sotto le coperte, gli occhi chiusi, le orecchie tese a carpire il passo felpato della neve sui vetri. Poi ho aperto Facebook…
Edit: ora è in Abruzzo, Salvini, a farsi queste foto qui, che tolgono quel poco di dubbi che ancora avevo sulla dignità del personaggio. Sono esterrefatto.